domenica 28 dicembre 2008

Punta Arenas

Il viaggio verso Punta Arenas è stato lungo e abbastanza noioso. In tutto dodici ore quasi sempre dentro un bus. Tre ore complessive di sosta alle frontiere. C'è stato poco da guardare fuori dai finestrini. Sembrava che nessuno fosse interessato al paesaggio (il ragionamento dev'essere il solito: la steppa, quindi il nulla): tutti a dormire e tirare le tende. E il sole non si è visto quasi per niente.
La pioggia e un lungo tratto di strada sterrata hanno poi completamente ricoperto di fango i finestrini del mio lato e non c'è stato più quasi niente da fare. Ciononostante, pur con il poco che sono riuscito a vedere, come al solito quelle tre o quattro volte sarei voluto saltare giù dal bus a fare foto, ma anche solo a godermi la scena.
Si è fatta mezz'ora di sosta in attesa del traghetto per attraversare lo Stretto di Magellano: c'era un vento impressionante che sradicava via da terra. Mi avevano detto che per i velieri è molto difficile imboccare lo Stretto dall'Atlantico e che per loro è più semplice passare per Capo Horn. Ho capito perché!
Appena dietro il molo d'imbarco un'area delimitata da filo spinato con cartelli che avvisavano: "campo minato". Era piena di pecore che brucavano: sono stato ad aspettare che ne saltasse per aria qualcuna, ma niente.
Durante la traversata non ci hanno neanche fatto scendere dal bus. Probabilmente è stato giusto così: il vento ci avrebbe fatto volare via. Quindi ho attraversato lo stretto seduto nel sedile di un bus che era incastrato tra un tir e un altro bus. Me la ero immaginata più scenografica, questa traversata.
A Punta Arenas mi sono sistemato in un hostal familiare, dopo l'Hostel Argentino non me ne andava di finire in un posto caotico e pieno di giovani viaggiatori in festa. Però raccogliere l'eredità dell'Hostel Argentino è dura. Ne sento la mancanza e in questo posto, pur essendo per l'appunto una casa privata, ambiente familiare, compresi bambini che gattonano in giro, non mi trovo gran che bene. E poi l'edificio vicino è il night club Las Diablas (!), che fino alle quattro del mattino ci da sotto con musica ad alto volume (questo è quello che si avverte da fuori, cosa succede dentro non lo so). Praticamente sono finito nel quartiere a luci rosse di Punta Arenas, e non pensavo proprio che ce ne fosse uno.
Qui ho trovato un freddo notevole, proprio niente da invidiare all'inverno dell'emisfero Nord.


Vento magellanico, 120 Km/h

4 commenti:

  1. l'importante è... si viaggiare evitando le buche più dure, dolcemente viaggiare
    rallentare per poi accelerare
    con un ritmo fluente di vita nel cuore
    gentilmente senza strappi al motore.
    Vai Riky - Mircone

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  2. E SE CI FOSSI RIUSCITA ANCH'IO...PROPRIO DA FOSSOMBRONE??
    UN ABBRACCIONE RI!

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  3. Fra mezzora sarà il tuo Capodanno. Non resisto: vado a letto!
    Io sono già nel 2009!!
    Buon anno in anticipo o posticipo. Buon anno comunque!!
    giuliano

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