lunedì 15 dicembre 2008

Regalo bicicletta

Per cercare di essere più libero nei movimenti ieri ho preso una bicicletta e sono andato lungo la strada costiera (credo sia l'unica strada in tutta l'isola) dove si trovano dei siti interessanti.
Non si è rivelata una grande idea. Dopo poco che sono partito ha iniziato a piovere e la pioggia mi accompagnato senza sosta per tutto il giorno. Avevo anche fatto degli errori di valutazione: lo sapevo che la strada era tutta un saliscendi e piena di buche, ma un conto è osservare da dentro un pulmino, a motore, e un conto è pedalare. Col passare del tempo e lo scendere della pioggia la strada si è fatta sempre più fangosa ed è diventato difficile avanzare anche in pianura.
Ma soprattutto il motore (le gambe) non è mai andato in temperatura. Pensavo adesso piano piano mi scaldo e poi andrà meglio, invece niente, sono andato in acido lattico alla prima pedalata e da lì non mi sono più schiodato.
E' una cosa che mi piace arrivare anche sfinito a fine giornata, quando però l'organismo ha lavorato bene e mi ha dato soddisfazione. Ieri niente: le mie gambe non sono mai entrate in partita. Di sicuro la pioggia e il freddo non hanno aiutato, ma mi sono sentito come se fosse stata la prima volta che salivo su una bicicletta.
Eppure due giorni prima mi ero fatto (a piedi) più di settecento metri di dislivello, in salita e in discesa, ed era andata piu' che bene. A questo punto mi sono convinto che non c'e' un solo muscolo in tutto il corpo che lavori sia per pedalare che per camminare.
Per il ritorno ho sperato che si alzasse il vento, almeno questa volta l'avrei avuto a favore. Ma niente. Comunque ho capito come funziona il clima da queste parti, è facile: se tira il vento si porta via nuvole e tutto. E non piove. Se non tira il vento le nuvole si fermano e piove. Tutto qui.
In tutta la giornata ho incontrato solo due automobili e molti animali: volatili di tutti i tipi, anitre anitrelle e anitroni, uccelli col becco arancione, con la schiena rossa, con la panza verde, a tinta unita, bicolori o striati, che facevano i versi più disparati. E bovini timorosi che al mio passaggio scappavano via come fossi stato il macellaio.
Sarebbe stato bellissmo anche con la pioggia se non avessi tribolato così tanto fisicamente.
A fine giornata la bicicletta la spingevo anche in pianura e ci salivo sopra solo per le discese. Sono ritornato tardissimo, e per fortuna le giornate sono lunghe, sfinito, coperto di fango fino agli occhi, bagnato fino al midollo e col sedere in lacrime.
Alla fine ho fatto neanche cinquanta chilometri, ma mi sentivo come se fossi arrivato quaggiù in bicicletta direttamente da casa mia. Se fossi andato a piedi avrei fatto molta meno fatica e forse ci avrei messo anche di meno.
In conclusione non voglio più vedere una bicicletta in vita mia. Se volete la mia ve la regalo. Sta nella soffita di casa mia, chiedete le chiavi a mia madre e portatela via.

5 commenti:

  1. Ci voleva il transalp...anche se la fauna locale non avrebbe apprezzato.RAF

    RispondiElimina
  2. Mi è venuto in mente un paio di volte, il transalp... poi ho concentrato tutte le forze, soprattutto quelle mentali perché di fisiche ce ne avevo poche, sul pedalare, e al transalp non c'ho pensato più...

    RispondiElimina
  3. Ciao vecchia volpe, non tirarla lunga a prendere scuse!! la vera verità è che anche la nostra oramai non più tenera età non ci consente più di fare sforzi con le due ruote .. a pedali!! serve il motore!! Ti saluta il Pindaro, gli ho detto di venirti a trovare sul blog. Ciao e vedi di non prendere l' influenza. Rob_64

    RispondiElimina
  4. Oggi ho rifatto la strada col pulmino e rivedendola ho pensato: ma come ci avrò pensato!

    RispondiElimina
  5. mi fanno male le gambe solo a pensarci

    RispondiElimina