Mi avevano detto che a Rio Grande non c'era niente da vedere e nei dintorni ancora di meno, solo la steppa. La steppa mi piace e l'ho già detto, e a Rio Grande c'è da vedere Rio Grande. Cioé una città piazzata tra l'oceano e la steppa della Terra del Fuoco, così com'è, allo stato naturale, senza agenzie turistiche e visite guidate, e la cosa risulta essere molto interessante.
A Ushuaia mi ero trovato incanalato nel via vai del turismo un po' ammassato. A un certo punto ero finito, mio malgrado, in mezzo a una visita guidata di gruppo (un gruppo di italiani, per di più), e ho pensato no, non è questo che voglio.
Sono andato in alcuni posti dove si diceva che non c'era nulla da vedere, non per voler fare “l'alternativo”, ma seguendo le curiosità che avevo. Mi sono trovato benissimo a Puerto Williams e mi sto trovando benissimo a Rio Grande, sono due posti che permettono di conoscere forse il lato più vero di questa parte del mondo, anche se magari meno scenografico (ma anche questo è da vedere).
C'è da dire che avere molto tempo a disposizione favorisce questo tipo di approccio. Con tempi più ristretti si tende a seguire le rotte più turistiche e a non farsi sfuggire i luoghi più celebrati o scenografici. Però forse la tendenza a muovermi in questo modo mi appartiene, o forse l'ho sviluppata nel tempo, anche attraverso viaggi più “compressi”.
Fatto è che sono contento di essere qui e probabilmente mi fermerò un giorno in più. Per sistemare un po' di cose, le fotografie per esempio (la fotografia per il momento è l'aspetto che mi sta dando meno soddisfazione), appunti vari, scrivere email. Ma soprattutto perché sia qui che a Puerto Williams ho trovato finalmente la possibilità di rilassarmi come volevo dall'inizio del viaggio. E non ultimo perché ho trovato un ostello dove sto benissimo, una strana famiglia allargata (non come da noi che quando ti dicono "siamo una grande famiglia" sei fregato) fatta di gente che risiede qui stabilmente, di gente che ci risiede occasionalmente e viaggiatori di passaggio. Per esempio ci ho trovato un pensionato tedesco e un pensionato inglese tutti e due in moto, ognuno seguente la sua rotta. Il tedesco viaggia in Transalp, e colgo l'occasione per dare un'ottima notizia ai possessori di questa moto: 160 mila chilometri senza nessun problema. Gli ho chiesto, al tedesco, un po' scherzando, se per caso fosse passato per Vladivostok. Mi ha detto no, ho spedito la moto a Boston e vengo da lì, ma Vladivostok ci sono stato l'anno scorso passando per Russia, Mongolia e scendendo per Cina Thailandia India ecc. ecc. Al mondo gira di questa gente, e neanche poca, ne gira.
Certo rispetto al tedesco in Transalp, e non solo rispetto a lui che è motorizzato, sto andando molto lentamente. Continuando con questo ritmo non so quanto a nord riuscirò ad arrivare. Ma io sono uno lento, almeno all'inizio di ogni cosa che faccio. Poi a volte cambio il passo. Ma per accelerare semmai ci sarà tempo. Adesso mi rilasso, finalmente, ed acquisisco per bene il concetto che in questo viaggio posso, e devo, seguire soltanto quello che mi suggeriscono l'istinto e la curiosità. Sicuramente finirò di nuovo in luoghi più frequentati, ma intanto sto facendo un po' di pulizia nella testa e credo che questo migliorerà l'approccio complessivo.
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Non stupirti , la tua vera anima è ed è stata sempre questa; sei un viaggiatore nato, segui l' istinto....ti ricordi, tempo fa ti dissi che le cose vanno sempre dove si vuole, equilibrio e rispetto di sé fanno vedere le cose con un altro punto di vista. Però, detta tra noi,... sai che mi fai un' invidia della madonna??!! Sta sera dopo un' infinità di tempo ho incontrato a Gubbio un vecchio compagno speleologo, ora fa il geologo, insegna alla facoltà di geologia di Urbino; sta portando avanti oramai da una decina di anni, una interessante ricerca di mineralogia in collaborazione con i governi Cileno e Argentino guarda caso proprio nella zona dove ti trovi tu adesso. Quando si dice "come è piccolo il mondo!". Ciao. Rob_64
RispondiEliminaRob, lo sai, ti aspetto quaggiù!
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