Bene, in una mattina parzialmente soleggiata, ma di tanto in tanto anche piovosa, ho lasciato Chiloé. Il tratto di mare da attraversare pullulava di animali volanti e nuotanti: anatre varie, albatros, i soliti gabbiani, altri volatili non identificabili (da me), e poi leoni marini e pinguini che nuotavano a pochi metri dalla barca. Non avevo mai visto un tratto di mare così trafficato.
A proposito di animali volanti, i cieli delle città di Chiloé e quelli di Puerto Montt e Valdivia erano pieni di avvoltoi, che da queste parti sono animali rispettati e non godono di quella certa fama sinistra.

avvoltoio urbano
Puerto Montt è una città abbastanza grande, caotica e piena di traffico, uno scenario a cui non ero più abituato. Il primo impatto non è stato neanche male, visivamente. La città si affaccia sul mare ed è circondata da un semicerchio di colline piene di case. Tanti piccoli negozi e mercati e gran brulichio di gente durante il giorno, ma alle nove di sera era tutto chiuso e le strade erano molto buie. Per questo motivo c'è chi la chiama Muerto Montt. La mancanza di vita notturna per me non era un problema, però dopo tanto tempo mi sono ritrovato ad andare in giro con un po' di circospezione.
Da Puerto Montt sono andato in giornata in visita al vulcano Osorno, che a differenza di quello di Chaitén vive un periodo di tranquillità (del resto il vulcano Chaitén veniva da più di novemila anni di riposo). Apro una parentesi.

il molto vulcano Osorno
I vulcani andini
Lungo tutta la dorsale andina ci sono centinaia di vulcani attivi potenzialmente molto pericolosi, che hanno la caratteristica di attraversare fasi di riposo molto lunghe, anche di diverse migliaia di anni, tra un'eruzione e l'altra. Per questo motivo non si conosce nemmeno il numero esatto di quelli che sono realmente attivi. Ad esempio nella zona di Chaitén in tanti mi hanno detto che nessuno sapeva che quella montagna fosse un vulcano. Questo in realtà non è vero: i vulcanologi sapevano che l'ultima attività del vulcano risaliva a più di novemila anni fa, e nelle stesse immagini di Google Earth, che risalgono a prima dell'eruzione, il cratere si vede molto bene. Alcuni vulcani, come l'Osorno, hanno una forma conica inconfondibilmente vulcanica, altri no, come questo:

l'apparentemente meno vulcano Tronador
Altre montagne dalla forma conica sono state a lungo scambiate per vulcani, pur non essendolo. Tutto questo per dire della scarsa conoscenza che c'è sopra a questi vulcani, sia da parte di chi abita nelle vicinanze che da parte degli addetti ai lavori.
Quelli che si trovano più vicini alle città più grandi sono monitorati stabilmente, ma negli ultimi decenni in Cile sono sorti molti nuovi insediamenti in zone andine che prima erano quasi completamente spopolate. Ad esempio molti dei villaggi e delle città che ho incontrato lungo la carretera Austral sono nati dopo gli anni sessanta. In conclusione la fascia di popolazione esposta al rischio vulcanico non è trascurabile.
Chiusa parentesi. Sul vulcano Osorno, volendo, si poteva anche salire, mi hanno detto che per arrivare in cima ci sarebbero volute solo tre ore. Non mi fido più dei tempi di percorrenza che mi vengono dati, ma anche fossero state quattro si poteva fare lo stesso. Sarebbero stati necessari i ramponi ed un minimo di attrezzatura, che però si sarebbe potuta noleggiare. Ma andare da soli probabilmente non era il caso e di andare in processione in un'escursione con guida non me ne andava per niente. E in generale non mi sentivo in vena di prodezze. Anzi, ho trovato la spiaggia di un lago così invitante che buona parte del tempo nelle vicinanze del vulcano l'ho passata lì, a panza per aria, a godermi un bel venticello quasi tiepido.
Da Puerto Montt sono ripartito senza troppi rimpianti. Lungo la strada per Valdivia ho visto per la prima volta dei campi coltivati. La vegetazione, salendo verso nord, era molto cambiata, come il clima. Sulla carretera Austral, per il poco che ho potuto vedere, era così rigogliosa che ricordava qualcosa di tropicale. Attraversando le Ande il clima si era fatto umido e piovoso, ma le temperature erano rimaste sempre piuttosto basse. Invece, quando sono sceso dal bus a Valdivia, che è solo poco più a nord di Puerto Montt, ho trovato improvvisamente l'estate piena. Per carità non mi sono lamentato, era da tanto che desideravo un po' di caldo, ma così all'improvviso non me l'aspettavo e il mio organismo ha avuto qualche difficoltà ad adattarsi.
Valdivia è una città universitaria, anche se gli studenti erano tutti in vacanza, molto più tranquilla di Puerto Montt e molto più turistica, ma di turismo solo cileno. Una volta uscito dalla carretera Austral non ho quasi più incontrato un turista "occidentale". I tanti tedeschi che ho visto a Valdivia e dintorni erano perfettamente tedeschi nell'aspetto ma cileni di nascita e di passaporto. In quella zona del Cile c'è stata una forte immigrazione di tedeschi fin dalla fine dell'ottocento. Non a caso è piena di birrerie.
Al mercato del pesce di Valdivia decine di leoni marini passano il tempo aspettando gli scarti e azzuffandosi ferocemente per un posto buono sulla banchina. Al sud molte agenzie turistiche offrivano escursioni a pagamento verso le colonie di leoni marini, qui mi sbadigliavano davanti alla faccia che gli potevo vedere le tonsille. Certo il mercato del pesce di Valdivia non è il loro ambiente naturale, ma in fondo sempre leoni marini sono, e se non c'erano le inferriate a separarli dal marciapiede venivano a rubarti il panino dalle mani.
Da Valdivia ho fatto un'escursione, non organizzata, verso Niebla e Corral, dove stanno ancora in piedi parte delle fortificazioni spagnole. Una giornata da turista zainetto in spalla, un po' boccheggiante per la novità improvvisa dell'estate. Alla fine del seicento gli spagnoli avevano costruito un sistema di 17 fortezze per difendere la baia di Valdivia dagli attacchi dei pirati e dei corsari, principalmente olandesi, che avevano più volte saccheggiato le colonie ripercorrendo le tracce di Francis Drake del secolo precedente. Ma dopo la costruzione delle fortezze incursioni dal pacifico non ci sono più state e i tanti cannoni, tutti puntati verso il mare, non hanno mai sparato. La beffa finale è stata che quando i cileni, nella loro guerra di indipendenza, nel 1820 hanno preso Valdivia e tutto il territorio circostante, hanno attaccato all'improvviso e da terra, e i cannoni ancora una volta si sono rivelati inutili.
Corral in particolare è un vero villaggio di pescatori, la cui atmosfera non è intaccata dai pochi turisti in visita alla fortezza. Un altro posto che avrebbe meritato almeno un giorno di sosta. Ma tant'è, la persona fisica inseguiva il nord ed è ripartita subito, la voce narrante insegue la persona fisica e fa lo stesso.

bacetto
Quella faccia di avvoltoio l'ho già vista dalle parti nostre, anzi mie. Com'è piccolo il mondo!
RispondiEliminagiuliano
caspita si vede che hai definitivamente lasciato il percorso a spirale, stai risalendo piuttosto rapido rapido.
RispondiEliminaCiao, Seba