giovedì 26 marzo 2009

Verso Valparaiso

Con una mossa a sorpresa, con cui mi sono spiazzato da solo, anziché proseguire verso nord ho tagliato di netto a ovest e sono andato a Valparaiso. Avevo deciso o no di andare a istinto? E così da Mendoza ho ripreso di nuovo la via della cordigliera. Ed ho aggiunto al passaporto ancora un po' di timbri cileni e argentini, che ormai non si contano più. Mi aspetto che prima o poi qualche doganiere mi chieda ma si può sapere cosa vai facendo?
I primi chilometri fuori da Mendoza sono stati tutto un vigneto ma avanzando verso la cordigliera il paesaggio si è inaridito velocemente. Inoltrandosi tra le montagne lo scenario si è fatto imponente. Le montagne qui sono alte, brulle e rocciose e le valli semidesertiche lungo cui si sale lasciano il segno nello sguardo del viaggiatore curioso. Le rocce cambiano continuamente di colore, dal nero, al rosso, al giallo, fino al verde. Per pochi istanti è comparso anche l'Aconcagua, la montagna più alta di tutte le americhe (modestia a parte).
Un po' di parentesi, attinenti.

Paso de Los Libertadores
Si chiama così questo passo che permette di collegare Mendoza con il porto di Valparaiso. E' la via di collegamento terrestre più importante e più sfruttata tra Cile e Argentina. L'altezza del passo è relativa, supera appena i tremila metri, poco al confronto con altri che si trovano più a nord e che sfiorano i cinquemila, ma nonostante questo durante l'inverno viene chiuso frequentemente per le nevicate e il rischio di valanghe e frane. I versanti di queste montagne brulle sono pieni di rocce enormi e di detriti, a vederli si ha una sensazione di crollo incombente, non si capisce su cosa siano appoggiati e come facciano a stare in equilibrio. Passarci sotto è inquietante.
In generale il transito attraverso i passi di frontiera andini non è agevole e, a parte le interruzioni invernali, si tratta di percorsi difficili e scomodi, spesso non asfaltati. Io sono transitato solo in due di questi passi, ma una cosa è farlo per una volta da turista che guarda avidamente il panorama dal finestrino, senza quasi accorgersi della scomodità del viaggio, un'altra cosa è andare avanti e indietro per queste strade guidando un camion. Sul versante argentino il dislivello è lieve e si sale lentamente lungo una valle, la discesa sul versante cileno è quasi un dirupo che si affronta con una serie infinita di tornanti in uno scenario che quasi non sembra terrestre.

Il Ferrocarril Trasandino
Il passo è attraversato anche da una ferrovia, ora in abbandono. A volte corre parallela alla strada, a volte si arrampica sui versanti delle montagne vicine. In alcuni tratti esegue dei passaggi virtuosi, quasi acrobatici. Doveva essere uno spettacolo attraversare le Ande con quel treno. Ogni tanto una stazione fantasma, qualche volta con un piccolo villaggio intorno, pure quello abbandonato. In alcuni punti i binari sono stati sepolti dalle frane, ma per la maggior parte la linea è ancora perfettamente visibile. Questa ferrovia ha avuto una storia piena di difficoltà. Del resto solo a vederla dà la sensazione di un azzardo. Una ferrovia che sfidava un territorio come quello non poteva avere vita facile. I lavori erano iniziati nel 1887 ed il viaggio inaugurale è stato nel 1910. A vedere dove si inerpicano quei binari credo che davvero per quell'epoca sia stato un capolavoro di ingegneria ed un'impresa ciclopica. Ma prima ancora era stato necessario un lavoro lungo e delicato di diplomazia, per via delle dispute territoriali che ci sono sempre state tra Cile e Argentina. Nei tratti più ripidi il treno saliva con l'aiuto di una cremagliera e per sostenere lo sforzo del locomotore le traversine erano di acciaio. Lo scartamento era ridotto a un metro per permettere un raggio di curva più stretto e nelle stazioni a valle i passeggeri dovevano trasbordare su convogli a scartamento normale. Nei punti più esposti erano stati costruiti sbarramenti e gallerie di protezione, ma nonostante questo le valanghe, le frane e i corsi d'acqua che scendevano selvaggiamente dalle montagne allo scioglimento dei ghiacci provocavano danni continui e continue interruzioni della linea. E continui costi da sostenere.
Con il passare degli anni la concorrenza del trasporto aereo e stradale si fece sempre più forte. Fu migliorata la percorribilità del passo stradale, che prima poteva essere attraversato solo da automobili, con tempi lunghissimi e su strade polverose. Immagino cosa potesse essere passare per di lì in automobile negli anni trenta. Ma quando iniziarono ad asfaltare vari tratti di strada cominciarono a partire i primi servizi di bus di linea, che col tempo accorciarono sempre di più i tempi di percorrenza ed iniziarono a risultare più economici. Nel 1979 la ferrovia ha cessato il servizio di trasporto passeggeri, mentre ha continuato con le merci fino al 1984. Poi l'ennesima valanga ha provocato danni che non sono più stati riparati ed è stata abbandonata definitivamente.

Progetti per il futuro
Oltre a progetti più ordinari e modesti come asfaltare i molti tratti ancora sterrati dei vari passi andini e varie migliorie stradali, ho letto che si sta lavorando sopra a grandi investimenti.
Le frequenti interruzioni invernali (da 45 a oltre 60 giorni di chiusura all'anno) ostacolano notevolmente il flusso commerciale, non solo tra Cile e Argentina. La globalizzazione mondiale, l'internazionalizzazione della produzione, la circolazione dei beni, le nuove opportunità, la dinamica del sistema, queste cose qua.
Non è più sufficiente la sola uscita per l'atlantico della merce argentina, e brasiliana, senza contare la Bolivia che non ha uno sbocco sul mare, e la sola uscita per il pacifico per la merce cilena, e peruviana, e così via dicendo. I passi di frontiera così come sono ora rappresentano una strozzatura per la fluida circolazione dei beni. Ci sono i mercati asiatici da raggiungere in un battibaleno, e gli stessi asiatici che poterebbero investire più facilmente in Sud America.
Cosicché si sta studiando un collegamento più rapido tra il pacifico e l'atlantico. Una specie di canale di Panama attraverso le Ande. Anzi, più di uno. "Corridoi Bioceanici" li definiscono.
Il progetto è di riaprire addirittura il Ferrocarril Trasandino, ma con una portata di merci molto maggiore ed escludendo la parte più alta del percorso, che andrà sostituita da un tunnel di 23 km a una quota molto più bassa, in modo di evitare i rigori dell'inverno e le relative chiusure del passo. L'energia per mandare avanti avanti tutta la baracca la si otterrebbe da una nuova enorme diga.
Il progetto interesserebbe anche altri paesi del Sud America come Brasile, Paraguay, Cile, Perù e Bolivia, e anche diversi paesi asiatici, principalmente Corea e Cina. Loro metterebbero la tecnologia, compresi i treni, e valuterebbero investimenti industriali in zona, oltre ad essere interessati all'accesso diretto alle materie prime del Sud America.
E così c'è un movimento di delegazioni pubbliche e gruppi industriali privati che si incontrano tra Asia e Sud America e cercano di mettersi d'accordo. Sia il Governo argentino che quello cileno hanno dichiarato l'opera di pubblica utilità. Per la verità pochi anni fa un precedente progetto analogo era stato addirittura appaltato, ma l'asta era andata deserta. Ora è stato rivisto e modificato e da quanto leggo in giro sembrerebbe andare avanti. Parallelamente esistono altri due progetti di tunnel ferroviari attraverso le Ande, uno più a nord, che dovrebbe avere come sbocco il porto di Antofagasta, e l'altro più a Sud, in Patagonia, tra Neuquen e Valdivia. Se tutto questo sarà realizzato non lo so, ma insomma, se il mercato globale lo esige non ci sono Ande che tengano, ci si fa un buco in mezzo e si passa dritti per dritti.

Chiuse la parentesi trasandine. Il mio personale ennesimo attraversamento della cordigliera si è svolto in fase di veglia fino a poco dopo la serie di tornanti che scende sul versante cileno, dopodiché sono crollato. Le ore che passavo a Mendoza dalla zia si protraevano fino a notte fonda, lei ha l'abitudine di passare le notti quasi in bianco, leggendo o guardando la tv italiana. Però poi a dormire durante il giorno non ci riuscivo, e così sono ripartito da Mendoza con una buona quantità di sonno accumulato. La discesa verso Valparaiso me la sono dormita quasi tutta. Ogni tanto aprivo gli occhi e vedevo bellissimi scenari della valle dell'Aconcagua. Cercavo con tutte le forze di mantenere gli occhi aperti ma non c'era niente da fare. In uno dei brevi risvegli mi è sembrato che stessimo attraversando piantagioni di caffé, ma forse me lo sono solo sognato. Direi che è molto probabile che me lo sia sognato.
A Viña del Mar, che è praticamente attaccata a Valparaiso, il bus si è fermato per dieci minuti e ne ho approfittato per sgranchirmi le gambe e cercare di svegliarmi. Una signora cilena mi ha parlato per tutto il tempo. I cileni parlano alla velocità della luce: ogni volta che arrivo in Cile mi ci vuole del tempo per fare l'orecchio e iniziare a capire qualcosa. La signora parlava veloce anche tra i cileni. Rintronato dal sonno come ero le facevo di si o di no con la testa a seconda se il suo tono sembrava richiedere una convalida in forma affermativa o negativa, ma non ho capito una parola di tutto quello che ha detto e non la minima idea neanche di che argomento parlasse. Però quel fiume di parole alla fine mi ha svegliato e così quando sono sceso dal bus a Valparaiso ero abbastanza operativo e in grado di trovarmi un posto per dormire.

2 commenti:

  1. Hola Ric, buon inizio autunno.
    Il tuo viaggiare, in lungo e in largo, con il fisico e con la mente, mi fa sentire sempre di più quanto invece si è fermi nella vita di tutti i giorni. Qui a muoversi è solo il tempo che scorrendo incessante da l'illusione che ci si evolva o che si vada chissà dove:è come se si stesse su un treno in corsa che ci sta portando da qualche parte ma che in realtà non si fermerà mai...e noi si sta seduti ad aspettare gettando ogni tanto uno sguardo fuori dal finestrino. Forse è davvero l'ora di tirare il freno di emergenza e di scendere come hai fatto tu..
    Buon proseguimento!!

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  2. Mi sono dimenticato di firmare: il commento sopra è mio.
    ciao di nuovo
    Raf

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