Ci sono giornate che nascono di traverso e tutto continua ad andare ostinatamente storto come una reazione a catena.
L'altra mattina appena sveglio mi sono accorto che c'era di nuovo qualcosa che non andava nel mio dente. O è saltata l'otturazione o se ne è rotto un altro pezzo, e spero che sia la prima ipotesi. I problemi dentali mi abbattono molto.
Poi ho avuto problemi col disco esterno in cui archivio le foto. In qualche modo ho rattoppato dopo averci perso tutta la mattina, però la tecnologia che non funziona mi manda in bestia.
Nel pomeriggio avevo il ferry per Porvenir, che sta di fronte a Punta Arenas, dall'altra parte dello stretto. Di nuovo in Terra del Fuoco, quindi. Ormai conoscevo tutti i cani randagi di Punta Arenas uno per uno: era da un bel po' di tempo che ci stazionavo o che ne facevo la base di partenza e rientro per altri giri. Alla biblioteca del museo storico un impiegato mi aveva fotocopiato, praticamente di nascosto, un vecchio e raro libro, che poi avevo lasciato in custodia nell'ostello durante i miei giri ai vari Puerti (Natales e Williams). Quando sono andato a ritirarlo del libro non c'era più traccia. Credo che l'abbiano messo proprio nello scaffale dedicato allo scambio di libri tra viaggiatori. Evidentemente nei giorni passati qualcuno l'ha trovato interessante e se l'è portato via. Al momento di lasciarlo avevo precisato che ci tenevo, e la cosa mi ha seccato parecchio. Tra le ricerche del libro, il taxi che non arrivava (il tassista era andato in un altro ostello dal nome simile al mio) e le indicazioni sbagliate su dove comprare il biglietto, sono arrivato al porto nel momento preciso in cui il ferry stava partendo.
Il tassista che mi ha riportato in città era molto simpatico. Aveva voglia di chiacchierare e si è fermato per venti minuti davanti all'ostello a continuare a raccontarmi cose. Mi ha detto che se avevo perso il traghetto dev'essere che doveva andare così, che nulla succede per caso e che alla fine la cosa sarebbe sicuramente tornata a mio vantaggio. Ho apprezzato molto il suo intento di consolarmi, inoltre non sono completamente insensibile ai concetti della psicocosmica applicata, però le balle hanno continuato a girarmi ancora a lungo.
Non avevo più voglia di fare niente e mi sentivo più stanco che dopo le camminate sul Paine. Il pomeriggio l'ho passato vagando per la città e poi seduto su una spiaggetta a guardare i ragazzini che si rotolavano nella sabbia. Lì mi sono reso conto che era una bella giornata, quasi calda e finalmente senza vento. Piano piano mi sono passate le arrabbiature, mi sono concesso una cenetta un po' meglio del solito e dopo cena ho portato a termine alcuni ragionamenti che sto facendo da un po' di tempo, che comporteranno un cambiamento di approccio per i prossimi mesi di viaggio. Alla fine forse aveva ragione il tassista...
E ieri finalmente sono riuscito ad arrivare a Porvenir. Un altro posto dove "non c'è niente da vedere" e che però ho trovato molto gradevole. Un'altra cittadina molto tranquilla, che credo sia rimasta praticamente intatta fin dai tempi in cui è stata costruita. Fuori dalla porta dell'ostello staziona un'oca che ogni volta che entro o esco mi attacca. Una feroce oca da guardia... Oh, e' cattiva veramente!
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