Continuano a dirmi, tutti, insistentemente, di fare molta attenzione. Non solo di evitare determinate (non poche) zone, ma di stare attento ai furti anche nelle strade più frequentate del centro, nei bus, nei negozi, nei ristoranti. Mi dicono anche che posso essere scambiato per un argentino e che questa è una cosa buona perché il mimetismo mi esporrà a minori rischi. Credo che non si tratti tanto del mio aspetto fisico, perché la matrice della popolazione è prevalentemente europea ed in teoria la maggior parte dei viaggiatori del vecchio continente dovrebbe confondersi tra la folla, quanto di un'apparenza e di un modo di muovermi poco tipicamente da turista che evidentemente devo avere. Ciò mi ha fatto intimamente molto piacere, al di là della potenziale minore esposizione al rischio di rapine. Ed effettivamente già più di una volta sono stato fermato da gente che mi chiedeva informazioni sulla tale via o la tale piazza. Ovviamente poi appena apro bocca si capisce tutto.
Sulla questione della sicurezza non mi faccio una fissazione particolare, anche se, appena arrivato, questo bombardamento continuo sui pericoli della città mi ha colto di sorpresa e forse sta anche un po’ limitando i miei movimenti. Pare che il problema della sicurezza si sia fortemente accentuato in questi ultimi mesi. Io comunque cerco semplicemente di usare le precauzioni più logiche ed evito di spingermi dove non mi pare il caso.
Le strade e i vialoni del centro mi ricordano le grandi città europee, vedo scorci che si potrebbero tranquillamente scambiare con Parigi o Madrid, ma mettendo il naso un po’ più in là (e finora non mi sono nemmeno spinto tanto in là) ho intravisto un’altra città, povera e piena di problemi. Propaggini della quale si possono osservare anche tra le vie pedonali e i negozi del centro.
Questo contrasto probabilmente condiziona le mie percezioni e forse non mi fa apprezzare in pieno nemmeno la parte effettivamente bella della città (perché si, effettivamente è bella).
Una cosa che mi ha colpito è l’espressione seria che mi sembra di vedere nella gente. Mi chiedo se sia un carattere del popolo argentino, abituato a convivere con il senso della precarietà e con le crisi che ogni pochi anni costringono (quasi) tutti a ricominciare quasi da zero, o se sia una caratteristica della metropoli e se in realtà più piccole si respiri invece un’aria differente.
In ogni caso quando mi fermo a parlare con la gente trovo quasi sempre persone espansive, cordiali e disposte a darmi consigli.
L'altra sera parlavo con Sergio, che in questi giorni mi sta dando un supporto introduttivo fondamentale, delle tristi cose che accomunano i nostri due paesi (Sergio in realtà per buona parte è anche italiano: i suoi genitori sono nati tutti e due in Italia) e mi ha detto: se volete sapere cosa vi succederà basta che guardate noi. Sono sulla buona strada, quindi.
Nel frattempo è arrivata un'ondata di caldo che dicono sia fuori dal comune per questo periodo. La temperatura si avvicina ai 40 gradi e girare per le strade è diventato abbastanza infernale.

Plaza de Mayo e Casa Rosada

Il cimitero monumentale di Recoleta e la vita cittadina incombente